Le politiche recentemente presentate e adottate dal presidente brasiliano Temer indirizzate ad una liberalizzazione estrema dell’attività estrattiva nelle zone amazzoniche ricche di risorse minerarie, rischiano di mettere in serio pericolo l’esistenza e la sopravvivenza delle tribù indigene che abitano queste zone. Tra le tribù minacciate da questa apertura all’attività mineraria delle grandi multinazionali e dall’invasione dei propri territori per mano di taglialegna e minatori, quelli sicuramente più combattivi e bellicosi sono i Waiapi, popolo originario dell’area amazzonica conosciuta come Renca. I Waiapi sono entrati in contatto con la civiltà solamente nel 1973 e la loro esistenza dipende tutt’oggi esclusivamente dalla foresta e dai fiumi, questi ultimi minacciati per l’appunto dall’attività estrattiva delle grandi imprese minerarie. Oggi, in risposta alle politiche del presidente Temer decise senza interpellare i popoli originari del Brasile, i Waiapi rispondono imbracciando archi e frecce e dichiarandosi pronti a combattere fino alla morte per difendere i propri territori invasi e minacciati dalle multinazionali.
“Questo non porterà sviluppo per noi. Porterà solo una catastrofe per la foresta amazzonica in Brasile” ha dichiarato Jawaruwa, un portavoce waiãpi, in merito all’apertura della Renca all’attività estrattiva delle grandi imprese straniere.
“Continueremo a combattere. Quando le compagnie invaderanno i nostri territori noi continueremo a resistere. Se il governo brasiliano deciderà di inviare l’esercito e i soldati per ucciderci e reprimere la nostra resistenza, continueremo a resistere fin quando non saremo tutti morti” queste le parole di Tapayona, guerriero waiapi sulla trentina.
L’anziano capo waipi Tzako ha dichiarato a sua volta: “Noi stiamo combattendo affinchè in futuro questo non accada nuovamente; siamo pronti per la guerra ora, non ci arrenderemo!”
Quella tra Waiapi, governo Temer e multinazionali minerarie è solamente l’ennesima pagina del secolare conflitto che vede contrapporsi da una parte i popoli indigeni oppressi e minacciati ma pronti a combattere e resistere per difendere la propria esistenza e i propri territori e dall’altra multinazionali e governi mossi solamente dall’incessante ricerca di profitto e dagli interessi capitalistici che si concretizzano nella devastazione e nel saccheggio dei territori e nell’oppressione e nello sterminio dei popoli indigeni, in poche parole nello sfruttamento della natura e nella repressione di tutti quei popoli considerati “selvaggi” e “primitivi”. Ma la risposta dei Waiapi a questo ennesimo attacco alla loro esistenza è stata chiara: Resisteremo e combatteremo fino a quando non saremo tutti morti!