“Distruggere le Frontiere ogni Giorno” – Due parole sul tentativo dei migranti di attraversare il confine a Ventimiglia

“Distruggere le Frontiere ogni Giorno” – Due parole sul tentativo dei migranti di attraversare il confine a Ventimiglia

“Le barriere sono l’emblema del nostro presente. Accettarle rende disumani e complici. Cercare di abbatterle è l’inizio di una libertà possibile.”

Nella notte tra il 25 ed il 26 giugno, 300-400 migranti hanno provato ad attraversare il confine tra l’Italia e la Francia a Ventimiglia e come di consueto si sono trovati ad affrontare le forze dell’ordine in assetto antisommossa che hanno tentato di bloccare questo tentativo di riaffermazione della loro “libertà di movimento” con i lacrimogeni. I migranti hanno deciso di provare a oltrepassare il confine, mettendo in atto una vera e propria sfida alle politiche liberticide della Fortezza Europa, in seguito all’ordinanza emanata da Enrico Ioculano, sindaco di Ventimiglia, che prevedeva lo sgombero degli accampamenti dei migranti situati sulle sponde del fiume Roja nei quali vivevano, o meglio sopravvivevano, da mesi centinaia di persone. L’ordinanza del sindaco di Ventimiglia appare chiaramente come un’operazione che, sotto alla solita retorica della “lotta al degrado”, tenta di far “scomparire” le persone migranti attraverso azioni di sgombero o di internamento nei campi della Croce Rossa allestiti al di fuori della città, come avvenuto mesi fa. Peccato che coloro i quali pensano di risolvere il “problema” con gli sgomberi non si accorgano che questa modalità d’azione avrà come unica risposta la rinnovata determinazione dei migranti nel tentare di travalicare il confine. Come scrivono i compagni di Progetto 20k: “È una semplice questione fisica: se sgomberi le persone non puoi aspettarti che spariscano all’improvviso, se mandi le ruspe dove dormono le persone perché “indecorosi”, queste persone si sposteranno provando a superare il confine”. Lo sgombero è avvenuto effettivamente nella mattinata di lunedì 26 giugno, ma i migranti hanno anticipato tale operazione consci del fatto che se fossero rimasti all’accampamento per loro si sarebbe aperta solamente la strada della deportazione verso i famosi CPR. Purtroppo oggi 27 giugno un gruppo di migranti che era riuscito ad arrivare in Francia è stato fermato dalla polizia francese, la quale ha organizzato una vera e propria caccia all’uomo, ed è stato portato alla frontiera italiana dalla quale probabilmente alcuni saranno deportati nel CIE/CPR di Taranto mentre altri torneranno sulle sponde del Roja a Ventimiglia, dove tenteranno quasi certamente di organizzare un nuovo assalto alla frontiera.

L’azione di attraversamento del confine organizzata e messa in atto dai migranti è a risposta migliore che si poteva dare a chi continua a considerarli e trattarli come merci o come oggetti da far scomparire, posizionare, nascondere in quanto “individui indecorosi” e produttori di “situazioni di degrado”. L’attraversamento del confine dimostra ancora una volta l’importanza e la capacità dei migranti di decidere il proprio destino e di autorganizzare le proprie lotte e le azioni dirette a superare le frontiere ed i confini per sottolineare la possibilità di un attacco deciso alla Fortezza Europa. Riprendendo le parole di uno dei migranti che era pronto ad oltrepassare il confine: “vogliamo solo costruirci una vita dignitosa in cui possiamo autodeterminarci”.

Oggigiorno infatti l’Europa appare sempre più come una fortezza che sta innalzando muri invalicabili e rafforzando il controllo dei confini e delle frontiere con l’unico scopo di impedire la libera circolazione di persone provenienti da paesi esterni all’Unione Europea. Questo progressivo impegno dei paesi dell’Unione Europea di controllare le migrazioni, impedire le partenze di masse migranti, di identificare le persone che migrano e di rinchiuderle in centri di identificazione per poi espellerle, di costruire barriere artificiali e muri nelle aree di passaggio dei migranti, comporta automaticamente lo smascheramento dell’ipocrisia dell’Europa. Partendo dal controllo delle frontiere e dal rafforzamento dei confini fino ad arrivare ai CIE, agli Hotspot e a tutti quegli strumenti liberticidi atti ad identificare, espellere e rimpatriare i migranti, la fortezza Europa e i vari Stati che ne fanno parte cercano solamente di mettere in pratica nuove forme di controllo delle persone per impedire loro di godere della libertà di movimento e del diritto di cercarsi un futuro migliore, nuove opportunità, rifugio e asilo tanto in Europa quanto altrove.

Occidente in generale ed Europa nel caso specifico conferiscono dei privilegi e dei diritti ai propri cittadini solamente perchè impediscono a qualunque altro essere umano di goderne. Perchè, come ci insegna l’Unione Europea con il Trattato di Schengen, a quanto pare la libertà di circolazione è un privilegio di pochi. Per tutti gli altri la libertà di movimento che a noi appare scontata è una continua lotta quotidiana tra la vita e la morte fatta di speranze, paure, sogni e difficoltà. Una lotta continua che critica apertamente e contrasta duramente un mondo fatto di confini da oltrepassare e di muri da abbattere, perchè combattere e criticare le frontiere ed i confini significa al contempo contrastare e combattere lo Stato-Nazione e i suoi strumenti autoritari nei confronti dell’individuo e delle sue libertà, tra cui una delle più inalienabili, appunto quella di movimento. E visto che le frontiere uccidono la soluzione può essere solamente una se non si vuole essere complici delle continue violenze e delle migliaia di morti: distruggere le frontiere, ogni giorno, in ogni luogo.

Pubblicato da Stefano

Chi sono? Domanda troppo difficile a cui rispondere. Per farla il più semplice possibile mi chiamo Stefano, sono una creatura selvatica di 28 anni e da che ho ricordo amo stare all'aperto, a contatto con l'ambiente naturale e soprattutto camminare nei boschi e in montagna. Il grande gioco della vita mi ha portato sui sentieri dell'educazione in natura e della pedagogia del bosco, ambito in cui sono attualmente in formazione. Prima di questo ho fatto tante cose, alcune più interessanti di altre e ho seguito quasi sempre i miei interessi, le mie passioni e la mia motivazione intrinseca, dall'antropologia alla controcultura punk per citare due degli ambiti che mi hanno formato come individuo negli ultimi dieci anni della mia vita, sempre accompagnato da una profonda tensione anarchica, una spontanea coscienza ecologista, una radicale critica alla civilizzazione e la curiosità verso tutte le forme in cui si incarna e manifesta la selvatichezza e il non-addomesticamento dell'essere umano, degli animali e della natura.