Universi Cognitivi Differenti: James Cook e Indigeni Hawaiani

Universi Cognitivi Differenti: James Cook e Indigeni Hawaiani

Alla fine del Settecento avvenne il primo incontro tra due mondi e due universi cognitivi differenti fino a quel momento estranei, ovvero quello europeo incarnato dalla figura di James Cook e quello dei nativi delle isole hawaiane. James Cook giunse nelle Hawaii il 17 gennaio del 1779 e nel suo “Diario di Bordo” riporta lo stupore che ha provato nel ritrovarsi circondato dagli indigeni esultanti che gli portavano in dono frutti. Gli indigeni iniziarono a prostrarsi dinanzi alla sua figura e ad adorarlo quasi fosse una divinità. Perchè accadde questo?

James Cook ed il suo equipaggio giunsero alle Hawaii durante il Makahiki, ovvero una cerimonia indigena della durata di quattro mesi nella quale viene celebrata la rinascita della natura e quindi credono ch il dio Lono, dio della fertilità e della crescita, tornasse sull’isola dal mare portando con se le abbondanti precipitazioni invernali. Per questo, il fatto che l’arrivo di James Cook coincise con il periodo di ritorno annuale del dio Lono, e per il fatto che il capitano Cook era una elemento estraneo e ignoto all’esperienza empirica dei nativi, essi lo identificarono con la divinità e per ciò iniziarono ad adorarlo ed onorarlo.

L’antropologo Marshal Shalins sostiene che in questo modo Cook si inserisce in una struttura della congiuntura, ovvero quell’insieme di eventi che rafforzano le categorie culturali tradizionali e al contempo conferiscono loro dei nuovi significati a partire dal contesto manipolato dai differenti attori sociali.

La notte del 3 febbraio l’equipaggio di James Cook prende la decisione di ripartire, proprio mentre si stava avvicinando la fine del periodo del dio Lono. Vedremo come questa coincidenza di eventi costò la vita a James Cook, creduto fino a quel momento dagli indigeni hawaiani come incarnazione terrena della divinità.

Purtroppo una tempesta, distruggendo parti della nave, costrinse Cook ed il suo equipaggio a far ritorno sull’isola per le riparazioni. Questo secondo incontro però ebbe caratteristiche totalmente opposte rispetto al primo; infatti mentre il suo primo arrivo sull’isola aveva rappresentato per gli indigeni l’arrivo del dio Lono, questa volta l’evento era difficilmente assimilabile nel loro universo conoscitivo e culturale poichè era inspiegabile all’interno del loro sistema interpretativo locale.

Infatti, secondo la cosmologia dei nativi hawaiani, al periodo del dio Lono caratterizzato dalla pace, succederebbe un periodo segnato da guerra e caos. Riportando delle frasi di Geertzm questo evento fu interpretato dagli hawaiani come un disordine cosmologico, un disordine che faceva presagire un sovvertimento sociale e politico, una crisi strutturale che avrebbe modificato tutte le relazioni sociali. James Cook passa ben presto da oggetto di adorazione ad oggetto di ostilità e finisce con l’esser pugnalato da un capo mentre la folla adirata esulta della sua uccisione. A proposito di James Cook, Sempre citando Geertz, questa volta direttamente, “Consacrato come un dio perchè era arrivato nel momento giusto e nel modo giusto, egli fu ucciso come un dio, ossia sacrificato per mantenere intatta e non rovesciata la struttura, perchè ritornò alle Hawaii nel modo sbagliato e nel momento sbagliato…”.

Marshal Shalins che analizzò questo evento storico concentrandosi sull’incontro tra due sistemi cognitivi e culturali differenti e all’apparenza intraducibili. Secondo Shalins questo tragico evento dimostra che la realtà empirica non è conosciuta in quanto tale, ma solo interpretata attraverso le categorie interpretative dell’osservatore. Quindi non esistono eventi in sè ma solamente eventi interpretati all’interno di un sistema conoscitivo e simbolico determinato dalla propria cultura di appartenenza. Un evento acquista significato non in quanto essenza empirica, bensì in quanto inserito all’interno di un ordine culturale. Quindi dovremmo sostenere che la realtà non esiste? Certamente no; ma bisogna realizzare che eventi e oggetti possono avere significati ed interpretazioni differenti a seconda del sistema cognitivo e culturale dal quale li si osserva; questo permette ad uno stesso evento di assumere molteplici differenti significati all’interni di contesti diversi.

Per concludere dobbiamo quindi realizzare che, e l’antropologia dovrebbe insegnarci questo, come sostiene Sahlins, “culture differenti implicano concezioni diverse della razionalità”, perciò comprendere l’altro significa non annullare le differenza e non tendere ad omologarlo ad un concetto di presunta universale razionalità umana, che non è altro che la volontà di imporre l’universo cognitivo occidentale-europeo al resto del mondo, considerando irrazionali sistemi conoscitivi differenti dal nostro.

 

Pubblicato da Stefano

Chi sono? Domanda troppo difficile a cui rispondere. Per farla il più semplice possibile mi chiamo Stefano, sono una creatura selvatica di 28 anni e da che ho ricordo amo stare all'aperto, a contatto con l'ambiente naturale e soprattutto camminare nei boschi e in montagna. Il grande gioco della vita mi ha portato sui sentieri dell'educazione in natura e della pedagogia del bosco, ambito in cui sono attualmente in formazione. Prima di questo ho fatto tante cose, alcune più interessanti di altre e ho seguito quasi sempre i miei interessi, le mie passioni e la mia motivazione intrinseca, dall'antropologia alla controcultura punk per citare due degli ambiti che mi hanno formato come individuo negli ultimi dieci anni della mia vita, sempre accompagnato da una profonda tensione anarchica, una spontanea coscienza ecologista, una radicale critica alla civilizzazione e la curiosità verso tutte le forme in cui si incarna e manifesta la selvatichezza e il non-addomesticamento dell'essere umano, degli animali e della natura.

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